sabato 16 aprile 2016

Il terremoto di Kyushu del 15 aprile 2016


Dopo la forte scossa di giovedì il rischio che a Kyushu si potesse verificare un altro evento forte era reale. E difatti è avvenuto... Il terremoto successivo, quello di ieri, nel Giappone meridionale può avere stupito perchè... ha fatto danni ingenti e vittime. Ma se anche rispetto all'evento del 2011 questo sisma è stato meno forte, è stato risentito in modo molto maggiore per la diversa posizione dell'ipocentro. Inoltre è anche più simile di quello di 5 anni fa ai terremoti più forti che possono colpire il nostro Paese. Vediamo come e perchè si è originato e come si è evoluta la sequenza.

Il bilancio attuale (alle 11 di sabato mattina ora italiana) è di circa 30 morti, ma purtroppo è molto probabile che si tratti di un bilancio molto parziale. Tutto ruota su quanti (si spera pochi) siano ancora sotto le macerie. Il terremoto di ieri notte a Kyushu, la più meridionale delle 4 grandi isole principali dell'arcipelago giapponese, gode di una importantissima copertura mediatica da parte delle principali testate giornalistiche mondiali online (CNN, BBC etc etc), mentre in Italia fra i grandi giornali solo il sito del Messaggero lo evidenzia. Più importanti le beghe dell'italietta... vabbè... lasciamo stare... se era morto un filosofo titoloni a gogò...
Questa sequenza è piuttosto interessante dal punto di vista scientifico perché è iniziata con scosse piuttosto forti il giorno precedente. Esaminiamo brevemente il perchè e il come di questo evento.

L'isola di Kyushu, la più meridionale delle principali isole che formano l'arcipelago giapponese è caratterizzata dalla presenza di diversi vulcani attivi (Aso, Unzen, Kirishima, Sakurajima) e si trova al di sopra dell'area in cui la zolla del mare delle Filippine si immerge sotto il continente euroasiatico.

LE DUE FACCE DELLA TETTONICA DEL GIAPPONE

Da un punto di vista tettonico il Giappone si può dividere in due parti:
  • quella settentrionale orientata circa N/S: la crosta della zolla dell''Oceano Pacifico scende sotto il continente e tra l'arcipelago e l'Asia si è formato un importante bacino marginale (il mare del Giappone). La subduzione, la cui traccia è la fossa del Giappone, è praticamente perpendicolare al limite e la sismicità è essenzialmente compressiva
  • all'altezza di Tokyo il limite della zolla pacifica si dirige verso il mare aperto, lungo la fossa delle Bonin, scendendo sotto un'altra zolla, quella del mare delle Filippine. La zona è indicata dal sistema di arco / fossa di Izu – Bonin e Marianne 
  • nella zona centro / meridionale, orientata NW/SE, la zolla che subduce sotto l'arcipelago è quella del mare delle Filippine ma la direzione del movimento è obliqua rispetto alla fossa di Nankai e più verso sud quella delle Rukyu. 

Rispetto alla zona settentrionale, dalla struttura più semplice, dove abbiamo la classica serie fossa / arco magmatico / bacino marginale / continente, nella parte SW il mare che divide l'arcipelago nipponico dalla terraferma non presenta delle discontinuità così marcate come a nord: insomma, un vero bacino marginale non si è formato e geologicamente siamo a pieno titolo nel continente asiatico.

LA LINEA TETTONICA MEDIANA

Inoltre per assorbire il movimento obliquo della zolla del mare delle Filippine la crosta ha risposto a questa sollecitazione formando una zona di taglio, in cui la parte verso l'oceano dell'arcipelago si sposta lateralmente verso SW rispetto a quella più diretta verso l'interno: è la grande zona di taglio laterale destro, nota come linea tettonica mediana giapponese: inizia vicino a Nagoya, divide in due l'isola di Shikoku e prosegue fino a Kyushu. Per cui a Kyushu, oltre ai terremoti dovuti direttamente a questa compressione, abbiamo la sismicità provocata da questo secondo importante asse tettonico, che fra le altre cose, ha anche provocato il terremoto di Kobe del 1995.
La vediamo in questa immagine.


da [1] Le due zone sismiche principali di Kyushu:
nell'isola quella dettata dalla Linea Tettonica Mediana
a est quella dettata dalla subduzione lungo la fossa di Nankai
In quest'altra immagine, tratta da [1], invece si notano le due principali aree sismogenetiche di Kyushu, quella lungo la fossa di Nankai, provocata dallo scontro fra la zola del mare delle filippine e quella euroasiatica e quella interna all'isola dovuta alla linea tettonica mediana.

LA SEQUENZA DI QUESTI GIORNI

La sequenza di questi giorni è piuttosto particolare. Vediamo che dopo la forte scossa di giovedì pomeriggio (ora di Greenwich, in Giappone sono 9 ore avanti, era la tarda serata) ci sono state altre scosse significative (con M supoeriore a 4.5) che si sono susseguite per circa 8 ore fino alle 20.10
Nelle 20 ore successive si sono verificate solo delle piccole scosse, fino a quando è arrivata la scossa più forte, quella delle 16.25, che ha dato il via ad una nuova sequenza di repliche piuttosto forti.  
Si vede che tutte questi eventi sono allineati lungo la parte meridionale della Linea Tettonica mediana.

Gli eventi di questi 3 giorni sono ben allineati lungo la linea tettonica mediana. 

Carta ottenuta con l'Iris Earthquake Browser 

Il terremoto ha provocato anche, oltre a numerosi crolli e vittime, anche almeno una grande frana che ha bloccato un'autostrada. Ci sono notizie anche sul danneggiamento di una diga, ma non sono riuscito a capirne di più. 
Quanto all'evento eruttivo nel vulcano Aso, questo non è necessariamente legato all'eruzione, anche se è possibile una correlazione.

Una cosa importante da segnalare è come mai questo terremoto, ben più debole di quello del 2011 avvenuto nel Giappone centro – settentrionale, abbia fatto, tsunami a parte, molti più danni (e vittime dirette) di quello.
Fondamentalmente perché l'ipocentro del terremoto del 2011 si trova a 30 km di profondità e ad oltre 50 km dalla costa.
Ieri invece l'ipocentro è stato in piena terraferma e a profondità inferiore ai 10 km. Per cui oltre 700.000 persone abitano nell'area che ha subito uno scuotimento del IX grado MCS. Inoltre qualche struttura può avere sofferto di pià essendo stata danneggiata dalla scossa principale del giorno precedente, anch'essa estremamente superficiale.

Insomma, rispetto all'evento del 2011 quello di ieri è sostanzialmente molto simile, per intensità e ipocentro, anche se non per meccanismo focale, ad eventi che possono accadere in Italia.
C'è da chiedersi se da noi ce la potremmo cavare con un paio di frane e meno di un centinaio di vittime...

[1] Savage et al 2015 Stress, strain rate and anisotropy in Kyushu, Japan. Earth and Planetary Science Letters 439, 129–142

3 commenti:

punteruolorosso ha detto...

magnitudo superiore a 7. vedere la storia dei terremoti superiori a 7 in italia per comparare il numero di vittime...

Aldo Piombino ha detto...

per non essere tristi menglio non pensarci... con solo un apppunto: per il Giappone il paragone va fatto con questi terremoti, non certo cin un eventuale M7 "a largo della costa orientale di Honshu"

punteruolorosso ha detto...

infatti i terremoti Mw>7 italiani avvengono perlopiù sulla terraferma (avezzano, sannio, crisi sismica calabrese) o come quello di ieri a kumamoto, nelle immediate vicinanze della costa (salento, messina(?), sicilia sud-orientale...). il termine di paragone è azzeccato. solo l'evento Mw7.1 del 1938 nel basso tirreno si può paragonare, come energia e profondità, alle scosse da subduzione al largo del giappone orientale