martedì 9 febbraio 2016

La bufala delle lattine nel terremoto di Tainan e alcune altre riflessioni su edilizia e terremoti


Le immagini delle latte di olio annegate nel cemento in uno degli edifici crollati a Tainan nel terremoto del 5 febbraio e considerate parte delle colonne portanti e quindi causa del crollo sono state prontamente rilanciate in tutto il mondo, destando l'ovvio scalpore. Ma si tratta di un errore in quanto non erano contenute in delle colonne ma si tratta di un espediente tecnico e architettonico che serviva ad alleggerire una struttura non portante e quindi non hanno avuto nessun crollo. È comunque interessante, oltrechè pieno di immagini significative, il rapporto preliminare del dopo terremoto, ad opera di Yi-Hsuan Tu, professore di architettura dell'università nazionale taiwanese che fa il punto sullo stato delle costruzioni. Il rapporto, che è stato diffuso in Italia grazie al buon Mucciarelli,  è disponibile qui, e si presta a tutta una serie di commenti.

Inizio con la questione delle lattine di olio nel cemento. Le foto, fra le quali questa, hanno fatto il giro del mondo e sono state riprese da commentatori autorevolissimi come Dave Petley. Però, appunto, come fa rilevare Marco Mucciarelli, non si tratta di materiali che riempivano colonne portanti, ma di un espediente a metà fra necessità tecnica di ridurre il peso di alcune strutture non portanti e il design. 
Data l'importanza dei commentatori l'avevo rilanciata anche io, sia pure restando perplesso principalmente per due fattori:
  1. francamente la liquefazione mi sembrava spiegare piuttosto bene i problemi 
  2. la seconda che per fare una cosa del genere ci vogliono diverse persone che poi diventano (scomodi) testimoni

Di fatto questo espediente architettonico è stato largamente usato nell'isola e non riguarda solo il Weiguan Jinlong, il palazzo incriminato, la cui costruzione oltretutto risale al 1983, quindi ben prima del terremoto del 1999, dopo il quale operazioni del genere sono state espressamente vietate. 

L'IMPORTANZA DEGLI STANDARD EDILIZI. Sottolineo di nuovo come la scossa sia stata piuttosto significativa: nel terremoto di Tainan (scientificamente noto come “M6.4 - 28km NE of Pingtung, Taiwan del 5 febbraio 2016”) l'accelerazione di picco del suolo (quella che nelle carte dello scuotimento “fa” il grado nella scala Mercalli – o, meglio, MCS – ed è indicata come PGA – peak ground acceleration) ha superato il 35% di quella di gravità, ponendosi nella parte bassa dell'VIII grado, appunto nella scala MCS. 
Quindi non è stata una passeggiata di salute ma il dato significativo è che con uno scuotimento del genere in una città di 2 milioni di abitanti solo 10 edifici hanno riportato danni più o meno gravi crollando o venendo dichiarati inagibili.

È evidente che la maggior parte delle costruzioni rispettavano standard edilizi piuttosto severi. In questo caso bisogna sottolineare che la crescita della città è avvenuta in gran parte dopo il 2000. cosa è cambiato da allora? Semplice, che il 20 settembre 1999 a sud di Taipei c'è stato un fortissimo terremoto (M7.6) il cui ipocentro era ad appena a 5 km di profondità. Ci furono oltre 2000 morti e 50.000 edifici distrutti, compresi quelli in cemento.
A quel punto furono emesse delle norme edilizie piuttosto rigide e dato che a Tainan c'è stata una attenzione speciale in quanto all'epoca erano già arrivati i primi dati sulle deformazioni che stanno rialzando il terrazzo su cui è costruito il nucleo cittadino di cui ho parlato ieri (al proposito speriamo giungano presto i dati sui movimenti cosismici). Il terremoto dell'altro giorno è stato un ottimo banco di prova e difatti la maggior parte dei crolli riguarda edifici costruiti prima di quelle norme.

GLI EDIFICI COLLASSATI. Il professor Yi-Hsuan Tu nel rapporto indica che non più di 10 edifici in cemento armato sono stati interessati da collassi significativi, mentre non evidenzia quanti edifici a mattoni sono stati danneggiati (viene solo confermato che alcuni hanno avuto problemi); comunque il numero totale degli edifici poco danneggiati è basso, anche se non specificato e la stragrande maggioranza dei palazzi appare intatta.
Ci sono poi degli edifici inclinati, che non a caso sono tutti collocati vicino al fiume Yansuei: la liquefazione del terreno è considerata la causa del problema. Di recente oltre ai terremoti emiliani del 2012, alla liquefazione del terreno sono stati attribuiti molti dei forti danni dovuti al terremoto di Christchurch del 21 febbraio 2011 (ne ho parlato qui).
Altra particolarità è che la maggior parte degli edifici danneggiati si trova nella parte orientale della città e viene confermato che a parte quegli edifici, nel resto della città si sono registrate soltanto 2 vittime.

Quindi è chiaro che oltre al fattore costruttivo, la collocazione geografica (e quindi geologica) abbia rivestito un ruolo significativo nell'aumentare l'esposizione al rischio degli edifici.

ESAMINIAMO ORA ALCUNI EDIFICI CROLLATI. Il King’s Town Bank building è stato costruito circa 20 anni fa e come si vede ha completamente perso i 3 piani inferiori.
Lo Street building, demolito per questioni di sicurezza, e il Tachi market risalgono agli anni '80 hanno perso il piano inferiore adibito a magazzino commerciale. Quindi, come nel caso del King's Town Bank, il collasso ha riguardato un livello con poche e grandi sale e non la parte superiore adatta ad appartamenti o uffici. È interessante notare come in questo edificio erano state realizzate nel 2013 delle colonne per rinforzarne la struttura, probabilmente a seguito di uno studio sulla vulnerabilità.
Il caso più eclatante è quello del Wei-guan Golden Dragon Building, quello delle lattine, per intendersi. Lo vediamo prima del disastro. Anche questo edificio risale a circa il 2000.
Secondo l'Independent le banche rifiutavano i mutui per comprare appartamenti in questo edifico perché era noto come non sicuro.

Insomma, i crolli riguardano edifici costruiti prima della stretta normativa a seguito del terremoto del 1999.
Una parte significativa del rapporto riguarda l'edilizia scolastica: gli edifici non a norma sono stati sottoposti a lavori che hanno permesso di resistere al sisma: nessuna scuola o ospedale è stato danneggiato.

CONSIDERAZIONI IMPORTANTI UTILI ANCHE PER NOI.
Oltre a ribadire che anche il caso di Tainan dimostra come non sia il terremoto ad uccidere, ma i killer sono gli standard edilizi insufficienti e/o la posizione sbagliata degli edifici, ci sono da fare delle considerazioni importanti sull'Italia.

La prima è sugli "edifici sensibili". Ci sono tre classi di edifici che devono essere obbligatoriamente resistere ad un sisma:  
  1. le scuole, perché proteggere la popolazione giovane è fondamentale (San Giuliano di Puglia docet...) e perché sono ideali per sistemare gli sfollati
  2. gli ospedali, sia perché in caso di terremoto ce n'è bisogno sia perché con tutto quello che c'è da fare pensare anche a sgomberarli è un grosso problema
  3. i centri di protezione civile, perché snodi nevralgici della macchina dei soccorsi

Purtroppo in molti caso sono stati fra i pochi edifici danneggiati o distrutti da sismi recenti. È necessario adeguare queste strutture in base alla pericolosità sismica e non in base alla zonazione per comune, ma in base a quella particolare del sito in cui sono costruiti (e in caso di problemi troppo difficili da risolvere delocalizzazione obbligatoria.

Nelle operazioni immobiliari è di legge inserire una certificazione sulla classe di appartenenza dell'immobile dal punto di vista del rendimento energetico. Sarebbe interessante inserire anche le condizioni dell'immobile dal punto di vista antisismico. Ma tanto, come per la classificazione energetica, la cosa verrebbe percepita come uno dei soliti “lacci e lacciuoli” burocratici che tartassano gli italiani e ostacolano lo sviluppo...


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