domenica 11 gennaio 2015

Rischio sismico, italiani e classe dirigente del Paese: un rapporto difficile


Per limitare il problema dell'assetto idrogeologico le cose si stanno finalmente muovendo grazie ad una operazione forse poco pubblicizzata che ha il solo difetto di venire dall'alto anziché essere voluta dalla classe dirigente (di cui quella politica è una parte), che invece sull'argomento oltre a qualche piagnisteo è buona solo a chiedere ulteriori condoni. Sul fronte dell'emergenza sismica sembra invece che la cosa non interessi a nessuno. Tutti buoni a lamentarsi sui social network ma nessuno che pretenda che venga eseguito un provvedimento minimale come l'ordinanza del 2003 sulla mera verifica delle condizioni statiche degli edifici pubblici in caso di evento sismico. E la colpa continua ad essere di quei dementi degli scienziati che non prevedono i terremoti, come dimostrano le intenzioni della on. Pezzopane, che oltre a far parte di quella classe dirigente abruzzese che ha fatto di tutto per ostacolare l'adeguamento della normativa sismica del territorio (cosa verificatasi in molte Regioni), vuole una commissione per tornare ancora sul comportamento della commissione grandi rischi. 

Qualche anno fa parlai di “schizofrenia da panico sismico”, intendendo con questo lo scoppio di commenti pieni di paura anche alla notizia di qualche scossa di entità talmente bassa che non sarebbe stata sentita neanche al centesimo piano di un grattacielo... Non ho una cultura medica e quindi forse chi ce l'ha troverà errato il termine “schizofrenia”, però è sicuramente vero che nelle persone di cui sopra ci siano almeno delle “alterazioni del pensiero e del comportamento”. 
Era il settembre del 2010, oltre 4 anni fa. Da quando è avvenuto il terremoto aquilano, ogni scossa che avviene in Italia, persino quelle di magnitudo inferiore a 2.5, viene annunciata dai mass-media e da siti più o meno specializzati; a questi annunci segue come inevitabile corollario la ormai abituale sfilza di commenti di persone terrorizzate.  
Oggi siamo sempre alle solite come ha dimostrato lo sciame sismico del Chianti di 20 giorni fa, con la ingiustificata chiusura a Firenze di scuole ed edifici pubblici, per esempio.

Recentemente sono stato bannato da un gruppo FB sui terremoti in cui succedevano  cose del genere, perché cercavo di far capire che non c'era nulla di eccezionale nelle scosse che si stavano verificando nell'estate 2014, mentre era tutto un piangere ed un gridare “aiuto, cosa ci succederà”. Ricordo particolarmente un  episodio legato ad una sequenza sismica nell'Adriatico a largo di Ancona: uno sciame che qualche anno fa non se lo sarebbe filato nessuno. Una persona dice di essere molto spaventato e che c'è qualcosa di strano. Rispondo che mi pare una cosa assolutamente normale. Interviene un altro e dice “Certo, Aldo... tutto regolare ahahahahahahah”, con la evidente convinzione che io non capisco un tubo. 

Ma veniamo ad oggi. Marco Mucciarelli in un interessante post fa notare che il 2014 è stato in Italia un anno “poco sismico”, esattamente quello che è successo a livello mondiale, come conferma il Servizio Geologico degli Stati Uniti.

Mucciarelli conclude in modo particolarmente stringente:  
per tutti quelli che si sono agitati per ogni piccola sequenza, mettetevi il cuore in pace, il 2014 è stato un anno sismicamente scarso. Oltre a scrivere "non mi piace" per ogni terremotino avete fatto qualcosa per ridurre il vostro rischio sismico? Avete seguito i consigli di www.iononrischio.it ? Siete passati in Municipio a informarvi sul piano di protezione civile ed arrabbiarvi se non lo hanno ancora predisposto? Se sì, bene; altrimenti ecco un buon proposito per il 2015: voglio essere più resiliente! (non dimenticate che avete perso un'altro anno prima del prossimo forte terremoto).

È un concetto che vado ripetendo anche io piuttosto spesso; in particolare mi riferisco a scuole, ospedali e centri di coordinamento della Protezione Civile, che sono le 3 classi di strutture pubbliche che per una serie di motivi dovrebbero restare in piedi. L'ho fatto anche circa un anno fa

FINALMENTE QUALCOSA SI È MOSSO PER L'ASSETTO IDROGEOLOGICO!

Da allora si deve registrare un grande e radicale cambiamento in uno dei punti che avevo evidenziato: l'assetto idrogeologico. A livello nazionale esiste (finalmente!) un ottimo piano sull'assetto idrogeologico, con finanziamenti certi e corsie preferenziali per lavori decisi in totale autonomia dalle Autorità di Bacino. Una completa inversione di tendenza rispetto ai governi del passato, di ogni colore. Speriamo che i risultati siano pari alle attese (si dovrebbero vedere fra pochi anni). 

Non è ancora partito un piano per la messa in sicurezza generale degli edifici in caso di terremoto. Penso che ci sia stata una valutazione dei rischi: quello idrogeologico è sicuramente più urgente e può investire contemporaneamente ampie fasce del territorio nazionale. Il rischio sismico è più limitato nel senso che le conseguenze di un forte terremoto insisteranno in un'area ben più ristretta rispetto alle conseguenze di una forte perturbazione, anche se purtroppo le vittime potrebbero essere maggiori. 
Bisogna notare però che nel caso dell'assetto idrogeologico l'istituzione della task – force diretta da Erasmo D'Angelis è stata un'idea calata dall'alto, e cioè dalla Presidenza del Consiglio, per venire incontro al giusto diritto di sicurezza dei cittadini, più che un qualcosa invocato dal parlamento e dalla politica in generale (tranne i soliti proclami di rito pronunciati a strade e case infangate). 

SULLA SICUREZZA SISMICA INVECE QUASI TUTTO È IN ALTO MARE. ANZI, PEGGIO

Nel caso della sicurezza sismica esistono dei piani (principalmente sempre della Presidenza del Consiglio e anche questi calati dall'alto) solo sulla messa in sicurezza delle scuole. 
Se si esclude quello, a livello locale non ho idea di quanti comuni abbiano predisposto un piano di protezione civile e sulla risposta degli edifici pubblici (e non solo) in caso di evento sismico principale sono piuttosto pessimista. 

Non tace l'Ordine dei Geologi. Il Consigliere Nazionale Piero De Pari fa notare che per mettere in sicurezza le scuole italiane occorrerebbero 25 anni di lavori e 50 MLD di Euro. Ma ci sono dati importanti riguardanti l’edificato: citando i dati del rapporto CRESME - CNG De Pari ricorda che in Italia 2.200 edifici ospedalieri e 27.920 scuole sono in aree potenzialmente ad elevato rischio sismico e ben il 60% dell’edificato è stato costruito prima delle norme antisismiche del 1974. E’ necessaria l’applicazione del Fascicolo del Fabbricato unico strumento in grado di dirci quale è lo stato di salute degli edifici in cui lavoriamo e viviamo

Ma è vero che nella politica proprio tutto taccia? no... perché la senatrice (del PD come il Presidente del Consiglio) Pezzopane, presidente della Provincia di L’Aquila ai tempi del terremoto, ha annunciato di voler proporre una commissione parlamentare di inchiesta sull’operato della commissione Grandi Rischi.
Fantastico: il problema è l'attività pregressa della commissione Grandi Rischi, cosa che peraltro ha generato un processo per il quale ci hanno coperto di ridicolo i tutti i giornali scientifici (e non solo) mondiali.

Alla Pezzopane evidentemente non interessano i ritardi e i guai della ricostruzione dopo il terremoto del 2009 né interessano ai suoi compagni di partito né a quelli della parte avversa. Dispiace molto vedere che gli unici hanno chiesto, un anno fa, una commissione su questo argomento sono grillini e SEL; ovviamente la (o le) richiesta giace ancora non discussa.
Forse la Pezzopane ha la coscienza sporca, visto che nessuno dalle sue parti (e altrove, solo che dalle altre parti un forte terremoto non si è ancora, per fortuna, verificato) si è degnato, in un balletto burocratico dietro al quale ci sono inconfessabili interessi e così ben descritto da Luigi Fiammata, di prendere in considerazione quello che chiedeva (anzi... imponeva...) la celebre OPCM (ordinanza del Presidente del consiglio dei ministri) 3274/2003: una semplice valutazione di sicurezza sismica, sugli edifici pubblici e strategici entro il 2008, diventato poi il 2013, e poi rimandato ancora. 
Si tratta – ripeto – di una semplice valutazione e non della riduzione della vulnerabilità degli edifici stessi. 
Di sicuro questi rinvii di legge hanno parato il sedere di amministratori pubblici inetti e irresponsabili, impedendo di segnalarli per una possibile indagine per omissioni di atti d'ufficio.
Ennesimo caso in cui la classe dirigente (non solo politica) evita guai rimandando degli adempimenti e così si autoassolve (cosa che spesso non è concessa, in molti casi giustamente ma non sempre, ai semplici cittadini).

L'unico vantaggio del ritardo, almeno fino al 2006, è che esiste grazie alla OPCM 3519 del 24 aprile 2006 una nuova cartografia sismica dell'INGV che ha aumentato il numero dei comuni sismici e in molti casi innalzato la pericolosità di un territorio in un modo pienamente soddisfacente (la precedente cartografia infatti lasciava dei forti dubbi per la non inclusione di alcuni territori ed il basso rischio associato a molto altri).

Quindi si deduce che per la Pezzopane (e per tutto il resto del Parlamento) non c'è bisogno di una commissione parlamentare che approfondisca il problema della riduzione del rischio sismico (quanti parlamentari conoscono il rapporto CRESME - CNG?), dei ritardi in questa materia da parte di tutte le amministrazioni pubbliche e della mancata esecuzione della OPCM 3274.


L'ITALIA È IN EMERGENZA SISMICA O NO?

Al solito non siamo in emergenza fino a quando non succede il guaio. 
E invece, anche se non sembra, lo siamo. Non lo capisce la classe dirigente, né, mi sembra che la tanto celebrata Società Civile, troppo legata a filosofi, sociologi e vignettisti impreparati scientificamente se ne renda conto.

In questi ultimi anni, dopo il terremoto abruzzese, abbiamo assistito ad una crisi sismica nell'Appennino Settentrionale, che ha provocato morti e danni pur non essendo stata grave come quella che negli anni '10 del XX secolo travolse il riminese (1916), l'alta Valtiberina (1917), il Mugello (1919) e nel 1929 la parte settentrionale delle Apuane colpita anche nel 2013.
Ma prima o poi al sud ricomincerà il balletto. 

Nel 2012 ho evidenziato che tra Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia nei 130 anni tra il 1767 e il 1894 oltre 35 terremoti hanno avuto uno scuotimento che ha raggiunto almeno l'VIII grado della Scala Mercalli. Fra questi ben 7 hanno raggiunto il X grado e che nei 107 anni dal 1908 ci sono stati solo 3 terremoti con intensità del X grado e uno del IX, dei quali ben 3 hanno avuto epicentro in Irpinia (il quarto è il Belice) e 3 su 4 sono avvenuti in appena 18 anni (due terremoti in Irpinia nel 1962 e nel 1980, nel Belice nel 1967).
Come vedete la distribuzione dei sismi maggiori non è casuale e il piatto piange. O è cambiato improvvisamente il regime geodinamico o fra un po' di tempo si ricomincia, con il rischio di avere addirittura più terremoti distruttivi nell'arco di un singolo anno, come è successo tra il 1835 e il 1836 in Calabria
E, oltre al terribile carico di sofferenze umane, saranno grossi problemi anche per il bilancio dello Stato.

Quando succederà il prossimo terremoto devastante? Domani? Fra 10 anni? Fra un secolo? Speriamo il più tardi possibile. Ma se si ripetesse – e può succedere – una crisi sismica come quella del XIX secolo, saranno dolori.
E, soprattutto, dolori autoimposti, perché la stragrande maggioranza dei crolli – come ha dimostrato il 2009 – sarebbero evitabili con costruzioni fatte come e dove si dovrebbe.
Ma questo evidentemente alla Pezzopane e ai suoi colleghi non interessa....

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