martedì 5 agosto 2014

Il terremoto cinese del 3 agosto 2014 e il suo significato nel quadro della collisione fra India ed Eurasia


Il tragico, anche se non troppo forte, terremoto del 3 agosto 2014 nella Cina sudoccidentale è interessante perché porta alla ribalta un fenomeno poco conosciuto, almeno dalle nostre parti: il sistema di faglie trascorrenti ad est dell'Himalaya, grazie al quale l'Indocina si muove verso SE. Questo è uno dei sistemi di faglie principali provocati dal movimento dell'India, che da quando si è scontrata con l'Eurasia continua come un cuneo ad inserirsi dentro il continente asiatico. Vediamo un po' più in particolare di cosa si tratta.

Il terremoto dello Yunnan del 3 agosto condivide a livello generale le cause con la lunga serie di sismi anche violenti che hanno colpito negli ultimi anni, dal 2008, la zona del Sichuan, situata un po' più a nord (e, volendo, dall'altra parte dell'Himalaya con gli eventi del Pakistan): la collisione dell'India con l'Eurasia; ma questo evento si differenzia dai terremoti del Sichuan per una serie di particolari essenziali, a partire dal fatto che questo è stato un evento dal movimento trascorrente, mentre quelli del Sichuan esprimono invece una componente essenziale compressiva (se non proprio una condizione di “eventi di thrust”, con un piano di faglia suborizzontale). 

Questa carta tratta da: Van Hinsbergen et al 2012:  Greater India Basin hypothesis and a two-stage Cenozoic collision between India and Asia, PNAS vol. 109 no.20 pp. 7659–7664 mostra la situazione attuale dell'Asia Meridionale, in particolare la disposizione delle varie macrounità della catena Himalayana tra Pakistan, India, Birmania ed Indonesia. 
A livello generale la causa della sismicità di quell'area (Indonesia esclusa) è l'indentazione dell'India nel continente asiatico. Chiariamo questo termine: si definisce indentazione il movimento con il quale una placca (o una parte di essa) si introduce all'interno di un altro continente e in qualche modo lo disturba: se un solido si incunea dentro un altro, questo secondo in qualche modo si deve deformare.
Una cosa simile succede anche nel nordest italiano, dove una parte della placca adriatica “entra” dentro quella europea (e probabilmente ha determinato pure l'allontanamento del sistema carpatico dalla catena alpina orientale). Il movimento avviene in una zona compresa tra due linee trascorrenti orientate circa NNE, la linea di Schio che dal trentino va fino al delta padano e la linea di Idrija in Slovenia.

La collisione fra India ed Eurasia è iniziata una cinquantina di milioni di anni fa, nell'Eocene, dopo una lunga storia di chiusura del settore più sudorientale della Tetide, ed ha avuto fra l'altro delle pesanti conseguenze faunistiche, con un forte interscambio fra i due continenti. Ad esempio i mammiferi indiani furono cancellati completamente dai mammiferi paleocenici euroasiatici, che provenendo da una zona più fresca e arida ebbero ottime occasioni di sviluppo nel nuovo ambiente, ricco di foreste tropicali; in altri gruppi, fra i quali gli anfibi e numerose piante, invece c'è stato un interscambio più bilanciato e anche forme derivate dall'India si sono ben inserite nell'Asia sudorientale.

Da un punto di vista geologico il problema continua a sussistere, perché l'India non si è limitata a cozzare e fermarsi lì, diciamo una cinquantina di milioni di anni fa, nell'Eocene: da allora ha proseguito il movimento imperterrita (ha solo rallentato un po') e ancora oggi entra nell'Eurasia ad una velocità di qualche centimetro l'anno. Sulla collisione e i suoi problemi, molto complessi, tra Cretaceo e Terziario ho parlato in questo post.
Voglio ricordare specificamente l'ipotesi della “Grande India”, secondo la quale all'India attuale manca tutta la parte settentrionale, che durante le prime fasi della collisione sarebbe finita sotto la crosta asiatica ma, essendo leggera, non riesce a scendere nel mantello e rimane a galleggiare immediatamente sotto la crosta asiatica.
Da questa idea deriva che l'India del Cretaceo e del Paleocene, prima di scontrarsi con l'Asia era molto più grande di oggi, in quanto la sua parte settentrionale è oggi scomparsa sotto l'Asia. Questa visione ha un paio di grandi vantaggi: 
1. diminuisce i problemi sulla velocità troppo elevata dell'India tra Cretaceo e Terziario rispetto agli standard odierni 
2. risolve l'anomalo spessore crustale sotto il Tibet, spiegandolo con la presenza di due croste continentali una sopra l'altra, quella asiatica e sotto, appunto, quella che costituiva la parte più settentrionale dell'India prima della collisione.

Lasciamo quello che è successo “ieri” (geologicamente  parlando) e vediamo cosa provoca l'India oggi nel suo incunearsi (anzi, indentarsi!), dentro l'Asia. Questa carta mostra i due terremoti più forti degli ultimi anni, uno nel Pakistan e uno nel Sichuan. L'evento del 3 agosto è leggermente a sud di quello del Sichuan


- ad ovest, come feci vedere in questo post parlando del forte terremoto di un anno fa in Pakistan il contatto fra l'Asia e l'India che vi si incunea si svolge lungo il sistema di Chaman, una serie di faglie trascorrenti sinistre, che prende il nome dalla principale di queste faglie, quella di Chaman.
- a nord e a nordest ci sono i movimenti fra il Tibet e la Cina: a nord, lungo il deserto del Tien-Shan, la situazione è particolarmente complessa perché tutta l'area a nord del Tibet è un mosaico di blocchi di varia origine e natura che si sono amalgamati nel paleozoico; quindi la deformazione avviene molto spesso lungo vecchie faglie preesistenti.
La scarsa presenza umana (e le difficoltà logistiche e politiche) fanno sì che si parli molto poco degli eventi sismici di quella zona. 
- invece il bordo occidentale del Tibet, dove la crosta dell'altipiano tenta di scendere sotto la Cina Occidentale, è salito alla ribalta negli ultimi anni, segnatamente nel bordo occidentale del bacino del Sichuan con la serie di forti terremoti iniziata nel 2008. Ne ho parlato diffusamente in questo post
- poco più a sud le cose cambiano profondamente: ad Est dell'Himalaya l'India ha separato dall'Asia il blocco indocinese, che per questo si sposta verso Sud-Est, grazie ad un sistema di faglie trascorrenti sinistre parallele che lo ha svincolato dall'Asia a nord di esso; la più famosa di queste faglie è quella del Fiume Rosso

Quindi se i terremoti degli ultimi anni del Sichuan hanno avuto un meccanismo compressivo dovuto al sottoscorrimento del Tibet sulla Cina, quello del 3 agosto, più meridionale, ha avuto un  meccanismo trascorrente proprio perché è legato alla fascia lungo la quale l'Indocina si sposta verso SE. 

Questa carta tratta da Leloup et al 1995 The Ailao Shan-Red River shear zone (Yunnan, China), Tertiary transform boundary of Indochina, Tectonophysics, 251, 3-84, 1995, chiarisce bene la situazione:

- a sinistra si vede la lunga linea con i triangoli neri che marca il contatto odierno fra la crosta asiatica e il blocco indiano che cerca di scorrere sotto (ma come detto non ci riesce del tutto)
- in alto a destra la breve linea orientata SW – NE con i triangoli neri borda a ovest il bacino del Sichuan ed è la zona dove il Tibet si incunea sotto la Cina, innescando i terremoti come quello del 2008 ma non solo
- accanto alla linea del Sichuan c'è la faglia trascorrente sinistra di Xianshuihe, che almeno in parte si vede anche da satellite: il terremoto del 3 agosto a prima vista (non è che conosca così bene la geologia di quell'area...) sembra proprio connesso alla parte meridionale di questa faglia perchè il suo epicentro è nei dintorni della "f." dopo la parola
Xianshuihe 
- vicino a questa c'è la faglia del Red river
- la parte meridionale del blocco estruso è delimitata da quelle altre faglie che si vedono nella parte sudoccidentale dell'Indocina, quella di Wang - Chao e quella delle tre pagode
 
Altre evidenti tracce di questo movimento si trovano, ancora più ad est, nel Mar Cinese Meridionale e soprattutto nella sua storia, ma mi ripropongo di parlarne in seguito per non aggiungere troppa carne sul fuoco

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