mercoledì 20 novembre 2013

Ponti medievali sicuri e ponti moderni non sicuri


Stavo scrivendo questo breve post per far vedere come nel Medioevo qualcuno sapeva che i fiumi in piena sono nemici dei ponti. E per far vedere due soluzioni medioevali confrontandole con soluzioni odierne molto meno sagge. 
Poi è arrivata l'alluvione in Sardegna e il crollo parziale di un ponte che è costato la vita ad una persona. Da alcune immagini mi pare di cogliere un grave errore costruttivo, per cui se quei ponti medioevali che descrivo sono fatti apposta per non crollare a causa della corrente durante eventi eccezionali, questo pare fatto con una filosofia opposta: frapporre nell'alveo un terrapieno. Complimenti al progettista e a chi ha approvato il lavoro, semprechè la mia impressione ricavata da quelle immagini sia giusta. Altrimenti mi scuserò.

Voglio farvi vedere delle immagini di ponti medioevali, per notare come in quei tempi in alcune zone dove tutti temevano le bizzarrie di fiumi e torrenti che potevano essere molto cattivi, si imponeva una attenzione particolare nel costruirli.

Questa foto mostra il Ponte di Grecino a Varese Ligure, un paese davvero carino che se passate da quelle parti merita di essere visto (e intorno al quale ci sono ottimi trekking da fare). 
Il ponte è stato costruito nel XVI secolo, su un torrente affluente del Vara, il Crovana ed è sicuramente suggestivo, specialmente camminandovi sopra. Si può notare una cosa interessante: è costituito da una arcata singola ed è molto alto.
Come mai? Semplicemente perchè così è a prova di alluvione, particolarmente in caso di una “bomba d'acqua”. 

La foto è stata presa dal ponte della Strada Provinciale 49, che è molto più basso.
Indovinate quale dei due ponti è più a rischio in caso di alluvione......
E si sa cosa è successo in questi anni nel Ponente ligure....

Questa seconda foto mostra uno dei ponti più celebri della Toscana: il “Ponte della Maddalena” o “del diavolo” (tralasciamo le leggende su questa seconda denominazione). 


Lo troviamo sul Serchio un po' a monte di Borgo a Mozzano. La Garfagnana merita una visita (paesi molto belli e paesaggi da trekking al quadrato) e vedere il Ponte della Maddalena è praticamente obbligatorio, visto che ci si deve passare accanto (vale anche per chi fa turismo in treno: la ferrovia ci passa sotto e volendo la stazione di Borgo a Mozzano è a poche centinaia di metri).

È un ponte particolarmente antico, attestato già ai tempi della Contessa Matilde. Mi pare comunque che sia stato ricostruito ai tempi di Castruccio Castracani (XIV secolo).

La forma appare molto curiosa, innanzitutto perchè è asimmetrica.
Ma come mai è asimmetrica? Quello che conta è la larghezza dell'arco: più l'arco è largo, più deve essere alto. Per questo la forma è così bizzarra.

Ma ha un suo motivo: la zona dell'arco più alto è quella sotto la quale passa la parte più forte della corrente del fiume. Ed è necessaria per permettere una larghezza dell'arco tale che in quel settore non ci sia nulla che fa resistenza nel caso in cui ci sia una piena del Serchio: a questo modo non c'è un pilone che si oppone alla corrente del fiume (la quale in caso di piena può essere parecchio, ma parecchio impetuosa), e può rischiare di rompersi: inoltre senza piloni non ci sono neanche ostacoli che possono fermare tronchi e altri oggetti.

La Garfagnana è una delle zone più delicate della Toscana per le alluvioni. E il Serchio ne ha combinate di tutti i colori, al punto che in Toscana per dire che qualcosa ha un costo esagerato i nostri vecchi dicevano: “è costato più che il fiume ai lucchesi”.
In particolare mi ricordo molto bene l'alluvione del 1982, in cui molti ponti rimasero interrotti per mesi e franò una parte della Strada Statale 11 tra Ponte a Moriano e Chifenti.
Ma da quelle parti qualcosa succede purtroppo quasi tutti gli anni perchè siamo vicini al mare e il rilievo sembra fatto apposta per scaricare le precipitazioni.

Inutile dire che il Ponte della Maddalena, grazie alla sua forma, nel 1982 se la sfangò egregiamente, al contrario di alcuni suoi simili molto più giovani ma con parecchie arcate che per un motivo o l'altro hanno mal sopporatato la piena.

A Firenze, invece, dove i capricci dell'Arno sono più saltuari, l'esigenza di costruire i ponti in funzione della corrente non era sentita, e infatti sono stati “regolarmente” distrutti durante le piene eccezionali del 1177 e del 1333. Evidentemente il Serchio è più cattivo.

E ora passiamo, purtroppo ai ponti dei tempi nostri. Nell'alluvione in Sardegna di ieri un poliziotto in servizio è morto, lasciando moglie e due bambini nel crollo di un ponte.
Una cosa terribilmente triste.

Ho visto le immagini su Repubblica dell'alluvione sarda e fra queste ce ne sono alcune che riguardano questo ponte, vicino a Dorgali. Non riesco però più a linkare l'album fotografico. Ne ho però per fortuna salvata una, che è questa:


Da un lato si vede un terrapieno dritto che conduce al ponte. A me pare che questo terrapieno sia costruito a partire da una delle due sponde di un alveo fluviale molto largo (probabilmente in secca quasi tutto l'anno anche nella parte centrale, il resto è possibile che venga occupato solo in casi ecdezionali), il cui inizio è addirittura fuori dalla foto. Anche dall'altra parte c'è un breve terrapieno prima della curva.

Se la mia interpretazione è giusta, allora chi ha progettato l'opera e chi l'ha avvallata hanno commesso un errore gravissimo: con quel complesso terrapieni + ponte hanno parzialmente bloccato un fiume, lasciandogli solo un piccolo sfogo, peraltro probabilmente del tutto sufficiente per piene “ordinarie”.

Un alveo naturale è dimensionato per la massima piena “normale”. Figuriamoci per una piena molto superiore a quella massima normale... 
È chiaro ed evidente che con quanto ha piovuto in Sardegna ci sarebbero state PER FORZA delle esondazioni, ma magari con un uso più corretto del territorio ed una maggiore attenzione nel costruire le cose i danni materiali e le vittime potevano essere di gran lunga inferiori.

Che differenza fra il medioevo e oggi...

4 commenti:

zoomx ha detto...

LA galleria immagino sia quella del Corriere della Sera qui
http://www.corriere.it/foto-gallery/cronache/13_novembre_19/ciclone-buca-ponte-nuorese-63657028-5131-11e3-bd01-3986935c5997.shtml#1

Tieni conto però che i ponti cmedievali che vediamo oggi sono quelli che sono sopravvissuti, quelli realizzati male sono andati via tutti.

zoomx ha detto...

Il ponte su Google Earth si trova qui
40°17'45.41"N
9°28'34.11"E

Alfa ha detto...

Bellissimo post, molto ben scritto, mette a fuoco il problema, senza perdere di vista la tragedia attuale.
Molto istruttivo!

giovannim ha detto...

Questo è il paese dei colti e degli eruditi.
Degli adoratori del bello a prescindere dalla funzionalità.
Che non vorrai mica sporcare tutto con la matematica, la fisica e l'ingegneria.
Che non lesina il termine "artista" a chiunque cerchi visibilità proponendo le più disparate bizzarrie.
Ci meritiamo i Calatrava e le loro costose porcherie.