martedì 6 dicembre 2011

Politica, petrolio, antievoluzionismo e cambiamenti climatici

Gli antievoluzionisti continuano imperterriti nelle loro invettive o a proporre ipotesi assurde su vita e geologia, come dimostra anche attualmente il buon Bertolini. Negli Stati Uniti il dibattito contro l'evoluzionismo ha radici profonde nella politica e nell'economia e si muove su un binario parallelo a quello del negazionismo sui cambiamenti climatici. Pertanto i creazionisti hanno un forte supporto da parte della destra politica radicale e dall'industria petrolifera. Al solito dall'America importiamo le cose peggiori, non quelle migliori


L'evoluzione è ormai provata "al di là di ogni ragionevole dubbio”. Però è sottoposta fino dalla sua riscoperta nel XVIII secolo (già nell'antica Grecia qualcuno l'aveva ipitizzata) a un continuo attacco da parte di attivisti religiosi che, si badi bene, da Lamarck in poi non solo non sono mai riusciti a formulare e proporre nessuna teoria alternativa che non fosse risibile (o goffa), ma spesso si limitano a stare sulla difensiva cavillando volta a volta su un particolare che a loro dire smentirebbe l'evoluzionismo, salvo poi mettere da parte il tutto perchè poi le obiezioni scientifiche sono troppo stringenti.

L'antievoluzionismo, dopo aver conosciuto nel XX secolo una lunga serie di sconfitte, anche legali, a partire dal famoso “Processo Scopes" del 1925, permea tuttora la cultura americana.

Ancora nel 1981 in Arkansas gli antievoluzionisti cercarono una via legale per poter insegnare a scuola il creazionismo alla pari dell'evoluzionismo. La situazione è ben descritta da Steven Jay Gould, in uno dei suoi saggi raccolti in “Bravo Brontosauro” (libro del 1991), quando fa notare come molti libri scolastici strizzassero l'occhio all'antievoluzionismo, usando formule come “si ritiene che le trilobiti abbiano vissuto fra 500 e 600 milioni di anni fa” o “si pensa che i Mammut abbiano vagato per la tundra fino a 22.000 anni fa”. Al contrario si usa l'indicativo affermando che “non ci sono più Dodo viventi”, secondo Gould “perchè l'estinzione del Dodo si è infatti verificata entro il lasso di tempo concesso alla Creazione dall'interpretazione letterale della Bibbia e quindi non c'era alcun bisogno di nicchiare”. Ovviamente gli stessi libri che usavano il condizionale a proposito della Storia Naturale usavano l'indicativc a proposito di fisica o chimica. Per chi volesse, qui c'è una bella cronologia del dibattito negli USA.

Qualche tempo fa da una costola dell'antievoluzionismo è nato l'Intelligent Design: alcuni pensatori religiosi, rassegnati perchè da un punto di vista scientifico non possono sussistere alternative all'evoluzionismo, hanno pensato di introdurre un finalismo nella Storia Naturale: l'evoluzione c'è stata sì, ma guidata da qualcosa (non possono esplicitamente parlare di Dio o di un qualsiasi Essere Superiore in quanto questo sarebbe in contrasto con la legislazione americana).

Recentemente i creazionisti, per cercare di risolvere il problema della somiglianza all'interno di alcuni gruppi di animali e alla evoluzione di singole popolazioni, hanno tirato fuori la Baraminologia, con la quale ammettono una qualche evoluzione (dolo che per loro è una degenerazione da un archetipo perfertto): Dio avrebbe creato degli esseri viventi che poi per una non meglio specificata “degenerazione del DNA” avrebbero dato specie diverse. Questi archetipi sarebbero collocabili al livello tassonomico degli ordini. Cioè Dio non ha creato il cavallo o la zebra, ma un essere ancestrale i cui discendenti si sono differenziati in cavalli e zebre. Qualcuno specifica anche che la degenazione del DNA è iniziata “a causa del peccato originale”.

Peccato che anche questa ipotesi sia assurda biologicamente, in quanto geni “nuovi” vengono fuori in continuazione. Per rendersene conto basta cliccare su un motore di ricerca alla voce “de novo genes”. Inutile dire che gli antievoluzionisti cercano di dire che è statisticamente impossibile che succeda ed altre facezie del genere.

Negli ultimi anni l'antievoluzionismo è tornato prepotentemente alla ribalta: numerosi politici sono annoverati nelle sue schiere, compreso il Presidente George Bush Jr, l'attuale Governatore del Texas Rick Perry, e Sarah Palin, candidata repubblicana alla vicepresidenza insieme a Mc Cain, nel tandem sconfitto dall'accoppiata Obama – Biden. Il “Tea Party”, movimento che si distingue per le posizioni ultraliberal, antistataliste e ultrapersonalistiche etc etc, annovera nelle sue file sicuramente più antievoluzionisti che evoluzionisti

Motivazioni politiche sono sicuramente alla base di queste scelte, che – è bene far notare – viaggiano parallelamente con il negazionismo a proposito dei cambiamenti climatici. Il negazionismo sui cambiamenti climatici passa attraverso o la negazione dei cambiamenti climatici (insostenibile geologicamente ma siamo davanti ad antievoluzionisti...) oppure negando qualsiasi apporto antropico al trend attuale (non mi stancherò mai di sgolarmi dicendo che è un mix di circostanze naturali e antropiche).

Una prima motivazione politica è quella di accontentare una parte del proprio elettorato (gli antievoluzionisti sono ovviamente schierati molto a destra). Ma una seconda è prettamente pratica: i politici citati siano originari di Stati come Texas o Alaska in cui la produzione di petrolio è parte preminente dell'economia. Pertanto l'uso della religione serve anche come giustificazione, visto che secondo la Bibbia Dio ha donato la Terra agli uomini per sfruttarla come meglio possono. Non stupisce quindi che l'industria petrolifera finanzi i creazionisti (e, già che ci siamo, negare eventuali cattivi effetti delle emissioni da combustibili fossili è parimenti comodo!).
A questo si aggiunge che in molti cittadini USA la concezione che hanno dell'ambiente è più o meno quella dei cow-boys del XIX secolo.

E in Italia?

Fino a pochi anni fa i creazionisti italiani non erano molto organizzati. Oggi invece la situazione è un po' cambiata.
Organizzati soprattutto nel milanese “comitato antievoluzionista”, animato da Fabrizio Fratus: i membri attivi dell'antidarwinismo in Italia sono un numero esiguo (tra i cattolici meno istruiti probabilmente il creazionismo è molto comune). Si “agitano” moltissimo e godono di amicizie politiche importanti nel centro-destra e anche nella estrema destra (che spesso considera l'evoluzionismo una cosa “di sinistra”) che sponsorizzano spesso i loro dibattiti in cui il contraddittorio langue. 

Anche da noi il legame fra petrolieri e antievoluzionisti è accertato: al proposito si deve ovviamente citare Letizia Moratti.

Vediamo alcuni suoi comportamenti.

Da Ministro della Pubblica Istruzione fece di tutto per togliere l'evoluzione dai programmi scolastici. Inoltre piazzò al CNR un personaggio come Roberto De Mattei.
Da Sindaco di Milano ha al suo attivo l'invito agli antievoluzionisti turchi di Harun Yaya e il sistematico boicottaggio del “Darwin Day”. 

Un curriculum antievoluzionista ineccepibile.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

questo articolo è ridicolo e completamente di parte

Aldo Piombino ha detto...

a parte che gli anonimi che giudicano mi stanno notevolmente sulle p....,
1. l'articolo descrive fatti reali e non impressioni. Prova a smontarle.

2.è di parte. Sì. E' dalla parte della Scienza (mentre il creazionismo non è scienza, come dice anche la Pontificia Accademia delle Scienze ed un documento dell'allora Card. Ratzinger).

3. quanto ai cambiamenti climatici, non ci sonio climatologi che sostengono che l'uomo non c'entri (come fra gli antievoluzionisti abbondano religiosi, giornalisti e qualche scienziato, ma non biologi 8ah, no.. mi pare ce ne siano forase un paio...).

4.un articolo più o meno simile uscirà nel prossimo numero di "Human Evolution" e quindi dato il comitato di redazione di tale rivista ritengo difficie che un articolo ridicolo possa farne parte.

saluti