martedì 25 maggio 2010

Uno sguardo ai cetacei del Mediterraneo e in particolare all'Italia

Ormai non passa anno senza che nel Mediterraneo avvengano avvistamenti di cetacei poco comuni o generalmente non presenti nei nostri mari. L'anno scorso una megattera ha psasseggiato per l'adriatico mentre pochi giorni fa è stata avvistata a largo di Isralele una Balena Grigia, Fatto abbastanza clamoroso questo perchè le balene grigie scomparvero dalle acque atlantiche, decimate dalla caccia, già nel XVIII secolo: vedere quindi un esemplare nel Mediterraneo potrebbe essere il segno che dopo oltre 250 anni una popolazione di balene grigie dal Pacifico è tornata a vivere nell'Atlantico. Sono buone notizie perchè essendo sotanzialmente il Mediterraneo privo di sbocchi vuol dire che la qualità delle acque è migliorata sia dal punto di vista chimico che da quello biologico.

Venendo ai mari italiani, non tutti sanno che il Mar Ligure e le zone adiacenti sono state riconosciute come facenti parte del santuario dei cetacei. Istituito ufficialmente nel 1999 comprende tutte le acque comprese tra Tolone (costa francese), Capo Falcone (Sardegna occidentale), Capo Ferro (Sardegna orientale) e Fosso Chiarone (Toscana).
E' un'area molto delicata per il traffico navale, visto che come si può vedere vi sono compresi porti del calibro di Genova, Savona, La Spezia e Livorno e la presenza di tanti cetacei impone una certa attenzione agli equipaggi delle numerose navi che solcano queste acque.

L'Accademia del Leviatano ha una attività piuttosto singolare: tra maggio a fine settembre i suoi ricercatori effettuano un monitoraggio dei cetacei osservando il mare dai traghetti in servizio commerciale tra Liguria, Toscana, Lazio, Sardegna e Corsica per avvistare i cetacei, registrando tutti i dati ambientali e le diverse specie incontrate.
Dato che i monitoraggi sono iniziati alla fine degli anni '80 si può quindi ricostruire un quadro attendibile delle variazioni delle diverse specie di cetacei in termini di presenza, abbondanza e distribuzione. Queste variazioni vengono poi correlate a fattori naturali ed antropici.
Le attività vedono l'Accademia del Leviatano partner di istituti di ricerca italiani ed esteri sotto l'egida dell'ISPRA.
I risultati del confronto di lungo termine sono estremamente incoraggianti per la Balenottera di cui sembra accertato un forte aumento nel numero degli esemplari. Sembra che i centri di massima concentrazione di balenottera siano nel Golfo del Leone e in una zona a largo della Sardegna, mentre nel resto dell'area non sembra esserci un gran numero di esemplari. La concentrazione a largo della Sardegna impone una riflessione perchè siamo fuori dalla zona dichiarata Santuario dei cetacei, e quindi priva di strumenti di protezione. Inoltre all'aumentare del numero degli animali corrisponde una loro concentrazione maggiore verso l'isola rispetto agli anni '90

Nella campagna 2009 sono avvenuti 172 avvistamenti che hanno coinvolto oltre 500 animali. Per ben 78 volte sono state avvistate delle balenottere. Non sono stati avvistati capodogli, che invece sono comuni un po' più a sud, davanti a Napoli e nel canale di Sicilia
Una precisazione piuttosto importante è che la maggior parte degli avvistamenti sono avvenuti quando c'era poco traffico navale, segno che il passaggio frequente di imbarcazioni disturba i cetacei che nel caso preferiscono immergersi.

Più a sud un'altra base di studio dei cetacei è Ischia, dove l'associazione “Delphis” studia soprattutto Capodogli, e delfini (le acque dell'isola davanti a Napoli ospitano l'ultima colonia italiana di delfino comune). Le ricerche vengono effettuate soprattutto nella zona del canyon sottomarino di Cuma. Delphis è una associazione ben strutturata che lavora con due imbarcazioni proprie e per finanziarsi ospita settimanalmente a bordo delle sue imbarcazioni appassionati che vivono in tutto la vita di bordo sia dal punto di vista marinaresco che da quello scientifico.
Questa associazione ha all'attivo anche il salvataggio di alcuni capodogli che erano rimasti impigliati in spatare, le reti da posta alla deriva ed è una di quelle  che più si batte contro questa pratica illegale ma purtroppo comune. Sono reti lunghe chilometri e che causano la morte per annegamento di cetacei, tartarughe, e uccelli e il loro sito ci informa che proprio pochi mesi fa l'Italia è stata condannata per il mancato controllo di questo micidiale sistema di pesca. Pensate che non solo è una pratica purtroppo comune (addirittura nel 1994 Adriana Poli Bortone, all'epoca ministro competente, propose di poterle allungare a 10 km...) ma che fino al 2008 a chi veniva sorpreso ad usarle veniva poi lasciata la custodia dell'oggetto né era vietato averle a bordo (bastava forse impegnarsi a non usarle?????)
In numerose ispezioni condotte la Commissione Europea ha accertato che nessuno aveva mai praticamente sanzionato il loro uso e che sono state reintrodotte semplicemente cambiandone il nome in “ferretare”

Due appunti finali: il primo è che appena riprenderà la stagione della sorveglianza sul traghetto il blog “le ricerca del leviatano” darà le puntuali  informazioni sugli avvistamenti e contiamo anche su buone notizie da Ischia.

La seconda è che per fare whale-watching non occorre andare in Australia: basta appunto recarsi a Savona o ad Ischia....

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