lunedì 1 marzo 2010

Le (possibili) tracce di antichissimi navigatori: intervento a Scienzeedintorni di Francesco Saliola

Per stabilire la comparsa dell'uomo in un determinato territorio oltre alla ricognizione diretta dei resti della sua attività ci sono altri indicatori ecologici. Gli utensili di pietra usati dall'uomo paleolitico non possono essere datati se non attraverso un rigoroso studio stratigrafico e nel fare questo spesso gli studiosi devono togliersi di dosso dei preconcetti.

Per esempio un idoletto rinvenuto in Sardegna era stato attribuito al neolitico pur avendo delle caratteristiche tipiche del paleolitico, perchè nessuno immaginava un popolamento della Sardegna in tempi così lontani. Invece vedremo come l'arrivo dell'uomo in Sardegna possa essere retrodatato di un bel po' e quindi, dopo queste nuove certezze, all'idoletto è stata attribuita la giusta età.

Le amigdala (o bifacciali) sono uno dei più antichi strumenti fatti dall'Uomo, tipiche del Paleolitico Inferiore e usate sia come arma che come utensile. Hanno la forma di una mandorla (da cui il nome amigdala) e sono lavorate sulle due facce a schegge più o meno grandi. Esistono amigdale di varie forme e dimensioni, anche se fondamentalmente presentano una simmetria delle due facce principali: la base, comunemente arrotondata, può essere anche dritta (e quindi assumere una forma triangolare); è possibile che ci siano ancora parti della superficie esterna del ciottolo originario come no; la punta è più o meno aguzza; lunghezza e peso sono mediamente fra 10-15 cm. e 200-300 grammi.

In una delle ultime spedizioni archeologiche a Creta gli scienziati hanno fatto una scoperta sconcertante: hanno trovato parecchie amigdale in una cava di quarzo e le hanno datate a circa 175.000 anni fa. In effetti presentano caratteristiche molto simili a quelle coeve dell'Europa e del Nordafrica. Ecco come questo ritrovamento pone dei problemi preconcettuali notevoli: Creta è un'isola, e se la datazione fosse confermata questo implicherebbe che oltre 150.000 anni fa bene o male qualche nucleo di uomini (e per di più non i sapiens ma gli heidelbergensis) avevano già imparato i rudimenti della navigazione.

Comunque nel caso fosse verificata sicuramente la datazione, non sarebbe l'unica traccia del genere. In Indonesia e in Sardegna ci sono tracce di esseri umani molto più antiche rispetto a quando si ritiene comunemente che l'uomo abbia iniziato a navigare. Addirittura a Flores, terra dove è stato rinvenuto il famoso Hobbit, i reperti sono datati a 700.000 anni fa e quindi attribuibili addirittura ad Homo erectus.

Per capire il problema (e soprattutto diminuire le difficoltà che pone) bisogna comunque inquadrare il tutto in un contesto in cui giocano un ruolo molto importante le variazioni del livello marino.

Per quanto riguarda Creta 175.000 anni è un epoca che si colloca in pieno nel massimo glaciale Rissiano, Con un livello marino più basso di quasi 150 metri, per arrivare a Creta c'erano solo 3 bracci di mare da passare, larghi dai 20 ai 40 kilometri. E sicuramente in giornate limpide la terra dall'altra parte si vedeva eccome. Quindi non era una corsa verso l'ignoto come quella dei polinesiani, avvenuta poche migliaia di anni fa. Riguardo a Flores, 680.000 anni fa cominciava la fase glaciale Gunziana.

Su questo problema pubblico volentieri, con il permesso dell'Autore, una nota che, sollecitato in materia, mi ha inviato Francesco Saliola, che il paleolitico e dintorni li sta studiando con passione tuttora, anche dopo l'università.

NAVIGAZIONE NEL PALEOLITICO E CONFERME INDIRETTE 
DELL'ARRIVO DELL'UOMO IN ALCUNI TERRITORI 
di Francesco Saliola

Mah... guarda Aldo che la questione dei ritrovamenti a Creta è molto complessa, ma non sarebbe nulla di strano. Tenterò di sintetizzare alcuni punti, in maniera chiara.

1. RAPPORTO TRA STILE DEI MANUFATTI E DATAZIONI SICURE. Pensare che determinati manufatti che presentano certe caratteristiche tecno-tipologiche chiare siano anche dei "fossili guida" è in parte anche giusto, ma può anche indurre in grossi errori. È chiaro che trovare una trentina di amigdale è un indizio chiaro di antichità, ma ci sono, specie nel Mediterraneo, delle industrie epi-paleolitiche indifferenziate che risalgono a circa ottomila anni a.C e dopo. Se le trovi senza contesto di datazione certo, il più delle volte le scambi per roba del Paleolitico inferiore. Invece sono di età olocenica. 
Ora il discorso sui ritrovamenti a Creta, molto semplice, è: le datazioni fornite sono attendibili al 100%? Su che base sono fatte? Le selci sono state trovate in superficie oppure chiaramente inglobate in quei depositi datati tra 45.000 e 130.000 anni? Mi pare che almeno un paio di studiosi avanzino dei dubbi. Quindi, prima di procedere, occorre capire bene la datazione dei manufatti. 
Certo... i bifacciali sono piuttosto indicativi, però non basta.

2. ALTRI CASI DI NAVIGATORI PALEOLITICI. Se la datazione fosse confermata (e mi auguro che sia così), in ogni caso non sarebbe nulla di "sorprendente": diversi casi, alcuni certi, altri meno certi, sembrano indicare che l'uomo abbia attraversato bracci di mare stretti fin da tempi antichi. Chiaramente ciò è sempre avvenuto in corrispondenza di massimi glaciali che, con il ritiro delle acque, avevano reso il livello marino molto più basso di adesso, facendo emergere enormi "praterie" che oggi sono sotto parecchie decine di metri d'acqua. Ma la cosa, comunque non è inedita. 
Ti cito due casi che conosco bene, per essermene occupato direttamente: il primo è quello della Sardegna, dove forse già con il glaciale di Mindel (300.000 anni fa circa) arrivò l'uomo. Non abbiamo prove sicure, ma diversi indizi: industrie litiche trovate in situ su terrazzi glaciali, di tecno-tipologia paleolitico-inferiore, e un cambiamento "drastico" delle associazioni faunistiche dell'isola, dovuta all'arrivo di un predatore carnivoro: siccome di grossi carnivori non ce n'è nemmeno l'ombra... forse quel predatore era proprio l'uomo...

Tanto per capirsi, la ricostruzione delle linee di costa di quel periodo fa vedere come tutte le isole dell'arcipelago toscano fossero un vero e proprio promontorio e come Sardegna e Corsica fossero un unica grande isola... In pratica l'uomo doveva fare circa 10 km di mare per giungere da Capraia (chiamiamola così) alla Corsica, e poi era arrivato. In ambito etnologico, ci sono testimonianze di "navigatori primitivi" attuali che, con zattere improbabili, fanno abitualmente anche distanze un poco superiori.

L'altro caso è Flores, dove sono stati trovati (molto più antichi del famoso "hobbit") manufatti del paleolitico inferiore, in giacitura primaria associati sicuramente a faune di circa 700.000 anni fa. L'Homo erectus che viveva in Indonesia arrivò lì: anche questa era un'isola rimasta sempre staccata dalla terraferma, ma anche qui, nelle ricostruzioni delle linee di costa, il braccio di mare da superare erano i soliti 10 km circa.

3. COME CONFERMARE INDIRETTAMENTE UNA ANTICA PRESENZA UMANA A CRETA: a Creta occorre anzitutto fare dei saggi di scavo, e verificare bene le datazioni, ma anche cercare di indagare a livello "paleo-ecologico" quello che succede: se la fauna subisce dei cambiamenti particolari (l'isola è un sistema piccolo chiuso che tende all'equilibrio e dà pertanto origine a fenomeni di endemismo come il gigantismo e il nanismo) come brusche estinzioni di specie nane... stai sicuro che di mezzo c'è un grande predatore come l'uomo.



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