sabato 27 febbraio 2010

Terremoto in Cile

28 febbraio: Modifico ed integro il post scritto "di fretta" ieri pomeriggio


Alle ore 6.34 GMT del 27 febbraio 2010( le 7.34 italiane) un terremoto devastante ha colpito la costa cilena. La magnitudo calcolata provvisoriamente era di 8.3 ma poi è stata portata a 8.8, un valore veramente  altissimo.
La scossa è stata percepita in un'area vastissima, comprendente oltre al Cile  tutta l'Argentina, Paraguay e Uruguay. Una intensità del IV grado è stata rilevata persino a San Paolo del Brasile.
Nelle prime 8 ore  si sono avute  ) diverse repliche di cui una con M=6.9 e altre 4 con M uguale o superiore a 6 e ben 15 con M compresa fra 5.0 e 5.9. Nella carta qui accanto, fornita dall'USGS, si vede lo scuotimento al suolo. Si vede chiaramente che in una fascia di 400 km di lunghezza si è registrato uno scuotimento corrispondente alla parte "alta" dell'VIII grado Mercalli. La profondità di 35 km dell'evento ha scuramente contribuito ad attenuare il risentimento cosismico. Ad Haiti la scossa è stata più debole di un paio di ordini di grandezza, ma la sua bassa profondità unita al fatto che lazona di massima intensità Mercalli sia stata sotto una grande città costruita con edifici tecnicamente scadenti ha causato la strage.

La scossa principale ha provocato la formazione di uno tsunami, che ha colpito duramente le isole a largo della costa cilena, come Juan Fernandez, danneggiando severamente  il villaggio di San Jua Bautista con onde alte 2 metri. Poi per fortuna le onde si sono abbassate e non ci sono notizie di danni in mezzo e nell'altro versante del Pacifico. L'allarme, ancora esistente per motivi prudenziali sulle coste giapponesi e russe, è stato definitivamente cancellato alle  8.37 GMT (le 9.37 italiane di domenica 28 febbraio).

Il meccanismo focale è quello di un classico terremoto di thrust. I thrust sono i cosisddetti "sovrascorrimenti", in cui una serie di rocce si muve sopra un'altra parte della crosta. il piano di faglia quindi è orizzontale, il che spiega il perchè dell'intensità di terremoti di questo tipo:  il peso della massa sovrastante aumenta ai massimi livelli l'attrito e quindi prima di scorrere incamera una quantità di energia elastica ben superiore a quella che provocherebbe la rottura in caso di faglia subverticoale o comunque inclinata.
Il Cile è stato colpito da diversi terremoti di questo tipo, come per esempio quello di Valdivia del 22 maggio 1960, che raggiunse una magnitudo di 9.5 ed è il più forte registrato nel XX secolo. Ci sono evidenze per cui probabilmente un altro terremoto del genere abbia provocato 4.000 anni fa la fine di una delle prime civiltà andine, quella di Caral.

Al di fuori del Cile, altri terremoti di thrust molto importanti e conosciuti sono quello di Sumatra del 2004 e quello dell'Alaska del 1964. 

E' presto per stilare un bilancio dei danni e delle vittime. Sulla terraferma attualmente i morti accertati sono un centinaio ma purtroppo è presto per capire la portata del disastro. Si parla di 400.000 senza tetto.

Per quanto riguarda la distribuzione delle repliche, vediamo la carta, sempre dell'USGS, di circa le 8.30 GMT di oggi: in giallo la scossa principale e uelle che l'hanno seguita entro la prima ora, in rosso quelle a avvenute dopo le 24 ore. Si nota che stavolta l'epicentro della scossa principale si pone grossolanamente a metà della zona interessata ed è perfettamente individuabile la zona in cui il piano di faglia si è mosso.
Prendendo come riferimento le prime 24 ore la situazione è questa: compresala scossa principale ci sono state 102 scosse con uguale o superiore a 4.9. Di queste, 6 hanno avuto una M compresa fra 6 e 6.9, concentrate tutte nelle prime due ore ad eccezione di quella delle 19.00 GMT che è la replica più forte registrata fino ad ora.
Le repliche che la mattina si addensavano intorno alla parte alta di M=5 (sopra 5.6) adesso sono quasi costantemente su valori tra 5.0 e 5.3.

Per la cronaca la scossa più occidentale, con epicentro già in territorio argentino, è una delle ultime.

Il terremoto si è scatenato al confine fra la zolla sudamericana e quella di Nazca che vi scorre sotto alla non indifferente veocità media di 80 mm all'anno. Si ipotizza che il piano di movimento sia proprio il limite fra le due zolle.
La costa cilena è sicuramente una zona molto attiva tettonicamente. Si contano dal 1973 ben 13 events con M maggiore o uguale a 7.  Questo evento si è registrato a poco più di 200 a nord di quello del 1960,nell'occasione del quale lo tsunami provocò 200 morti tra Giappone, Hawaai e Filippine.
Il terremoto di M=8.5 del novembre 1922 ha avuto luogo a quasi 900 kilometri più a nord. Anche in questo caso ci fu unio tsunami, ma ho notizie di danni  e vittime solo liungo la costa cilena.



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