giovedì 1 ottobre 2009

I terremoti di Sumatra del 30 settembre e del 1° ottobre



Non è certo la più radiosa settimana della storia del sudest asiatico. Un ciclone, uno tsunami ed un forte terremoto praticamente contemporanei. Il terremoto che ieri ha violentemente squassato la costa meridionale di Sumatra merita un po' di attenzione soprattutto per il quadro strutturale dell'area. Quando ieri ho “visto” il sisma ho pensato “meno male che è profondo” ed in effetti la mappa dello scuotimento preliminare era tutto sommato non gravissima, ma purtroppo si è rivelata ottimistica. Ovviamente data la profondità il risentimento è stato molto esteso e il terremoto è stato chiaramente percepito da Singapore a Giakarta.


IL TERREMOTO DEL 30 SETTEMBRE: Circa 45 gioni prima una scossa di M 6.6 aveva colpito la zona a 100 km a sudovest, presso l'isola di Siberut e aveva provocato a Padang qualche danno e qualche ferito. Per una quindicina di giorni ci sono state nel canale che separa le isole Kepualan da Sumatra, proprio all'altezza di Padang, una forte serie di scosse. Poi lo sciame sembrerebbe essersi esaurito.
Esaurito lo sciame arriva la scossa del 30 settembre, di Magnitudo 7.6, con epicentro in mare a meno di 50 kilometri da Padang. E' stato un terremoto di thrust, cioè è avvenuto lungo uno dei tanti piani suborizzontali nei quali si frammenta la crosta terrestre quando si trova in un ambiente di scontro fra due zolle. Sembra anche ci sia stato uno tsunami di una ventina di centimetri. Per quanto riguarda invece la questione del ritiro delle spiagge, è possibile che ci sia stata una componente verticale del moto della crosta da modificare, sia pure leggermente, la linea di costa. Nonostante la grande profondità (80 kilometri) si è rivelata devastante per gli edifici della città, che conta almeno 750.000 abitanti.
Una caratteristica importante di questo terremoto è proprio la profondità: è avvenuto nella placca australiana che sta scendendo sotto quella della Sonda, al di sotto (anche se nelle vicinanze) del limite fra le due zolle. Il che è abbastanza strano: difficilmente i terremoti di thrust si scatenano a a profondità maggiori di 50 km.
In questa zona l'ultimo terremoto di thrust era avvenuto oltre 200 anni fa, nel 1797. Si deve notare che negli ultimi anni Sumatra è stata funestata da diversi grandi terremoti, tutti avvenuti in mare, a largo della costa sudorientale: nell'immagine, ottenuta con l'Iris Earthquake Browser, si vedono tutti i terremoti con M superiore a 7.5 tra il 2001 e oggi intorno a Sumatra. Tra il 2001 e la fine del 2004 non ce ne sono stati. Dal dicembre 2004, quando il terremoto di Santo Stefano ha come scatenato questa nuova serie, sono invece già 6 (di cui 2 lo stesso giorno) ed esattamente:

26 / 12 /2004: M 9.0 a largo nel settore settentrionale il drammatico evento accomagnato dallo tsunami
28 / 03/ 2005: M 8,7 poco più a sudovest
12 / 09/ 2007: M 8.5 nel settore meridionale dell'isola
12 / 09/ 2007: a 12 ore di distanza, ci fu anche un 7.9 un poco più a sudovest di quello di Padang
Come si vede quello di ieri (in verde) colma parzialmente una lacuna ma, siccome gli altri terremoti sono avvenuti a profondità inferiori, non è chiaro se ci possano essere dei rapporti o no e quindi non si sa se il gap sia stato colmanto o meno. Come non ci sono rapporti sicuri fra questo evento e la sequenza di agosto – settembre a Siberut. Annoto che il 28 luglio 2008 si è registrata una scossa di 5.3 a oltre 50 km di profondità nella stessa zona.

IL SECONDO TERREMOTO, 1° OTTOBRE: questo secondo forte terremoto, di Magnitudo 6.6, avvenuto a 270 kilometri a sudest del primo, è completamente diverso. Resta il sospetto che sia stato innescato dal precedente, ma non è in questo momento altro che un sospetto. Stavolta non abbiamo un teremoto di thrust o prodotto da una faglia compressiva: si è scatenato infatti in una zona molto superficiale, lungo una faglia trascorrente, come la californiana San Andreas, la cosiddetta Faglia di Sumatra. E' una struttura che corre poco all'interno dell'isola lungo la costa meridionale, ed è necessaria per assorbire una parte della deformazione indotta dalla subduzione della zolla australiana che simmuove obliquamente rispetto al margine. Il movimento della faglia è orizzontale destro: la parte verso l'interno dell'isola si è mossa in direzione SE rispetto alla zona costiera. Vediamo questa faglia in verde nell'immagine dell'USGS, mentre il viola contraddistingue la linea lungo la quale la zolla australiana si immerge sotto quella della Sonda.
Questa zona della faglia aveva dato già due terremoti piuttosto forti, un M 7.0 nel 1995 e un Ms 7.7 nel 1909. Ma tutto il segmento è sismicamente attivo: ci sono stati almeno 14 terremoti paragonabili o superiori a questo tra la fine del XIX secolo ad oggi.


E LA STAMPA SPARLA COME AL SOLITO: Alla fine segnalo le solite idiozie della stampa. Ne cito una, che segnalando stamattina anche un sisma di M=5 a Ksmchatka e un 5.9 sotto le Ande come parla di “una catena di eventi impressionante”: evidentemente chi ha scritto l'articolo non ha mai letto il bollettino dello USGS.... glielo consiglio caldamente cosiì evita di parlare a vanvera. Ezio Boschi ha fatto capire allo stesso giornalista che non era così (dal testo si capisce benissimo), ma questo ovviamente o non ha capito o ha continuato per la sua strada ignorando l'opinione (quantomeno autorevole nella fattispece della materia!) del nostro scienziato.

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