martedì 27 gennaio 2009

Alla ricerca di megaterremoti del passato: 1. la civiltà di Caral tra mito e realtà

C'è la fondata possibilità che un terremoto molto forte sia stato la causa della fine di una delle più antiche civiltà della storia, non solo americana.
Nel 1904 lungo le coste del Perù settentrionale gli archeologi scoprirono delle rovine, ma siccome sembravano modeste e prive di oggetti significativi, il tutto cadde nel dimenticatoio. Solo nel 1994 un archeologa peruviano, Ruth Shady, tornò a studiare in quella zona e capì che quelli erano i resti di una civiltà che fioriva nella valle del Supe oltre 4.000 anni fa, ben più anticamente di quanto si potesse supporre. Siccome le prime tracce della presenza umana in quella zona sono molto più antiche, di quasi 11.000 anni fa, si può presumere che questa civiltà sia nata da elementi autoctoni.
Caral, il centro principale e la più antica testimonianza urbana delle Americhe, era una città di discrete dimensioni (3.000 abitanti circa per 65 ettari), ma soprattutto era dotata di un tessuto urbano piuttosto ordinato, con piazze circolari, palazzi residenziali, 6 piramidi e perfino un anfiteatro. Nei dintorni si contano un'altra ventina di centri minori, ciascuno con almeno una piramide. Le stime sul numero complessivo degli abitanti vanno tra le 20.000 e le 50.000 unità, a seconda degli Autori. Anche se la più grande è alta solo 18 metri, queste piramidi sono comunque ben più antiche di quelle centroamericane e sembrano costruite ai primordi della storia di Caral. A causa della loro scarsa altezza e del pessimo stato di conservazione erano state prese per collinette naturali.
Gli abitanti di Caral non conoscevano ancora la ceramica, però tutto intorno alle città una fitta rete di canali forniva l'irrigazione per una variegata serie di coltivazioni, dai fagioli al cotone. Oltre che dei frutti della terra, vivevano di pesca, effettuata nel vicino oceano con l'ausilio di reti.
Un sistema come questo non poteva essere realizzato senza un'organizzazione sociale di un certo livello e una interazione fra i vari centri urbani, così come è molto significativa la diversificazione delle fonti di cibo. Che ci fossero grandi differenze sociali lo si vede dalla varietà di tipi di case e soprattutto delle loro dimensioni. Il tutto ha funzionato senza un vero sistema di scrittura se si eccettuano dei quipu, degli insiemi di fili annodati che potrebbero essere dei sistemi di calcolo. L'uso dei quipu è perdurato fino alla civiltà inca e quindi fino alla conquista spagnola. Spagnoli che, peraltro, li distrussero quasi tutti (ormai ne restano solo poche centinaia di esemplari), senza preoccuparsi di sapere cosa fossero (o di tramandarlo ai posteri). I quipu di Caral sono più primitivi di quelli Inca, e quindi se ne può notare una certa evoluzione.
La civiltà della valle di Supe, le cui tracce più antiche datano a circa 2800 AC, scomparve improvvisamente verso il 1600 AC.
La contemporaneità con gli Egizi, la presenza di piramidi e la sua repentina scomparsa hanno ovviamente scatenato la solita ridda di voci idiote di misteri e cose simili, ovviamente collegandola pure con Atlantide e indicando gli alieni come costruttori delle piramidi... Al proposito io continuo a non capire quali connessioni possano esserci fra le piramidi egizie e quelle Maya, costruite migliaia di anni dopo, ma tant'è...
Veniamo allora al dunque. Cosa è veramente successo nel Perù Settentrionale 3600 anni fa? Perchè la civiltà della valle del Supe è scomparsa così repentinamente?
Geologi e archeologi hanno cominciato a studiare la situazione. La prima cosa evidente è che difficilmente si può pensare a una azione violenta da parte di nemici: nei siti non appaiono segni di distruzione, nè ossa e inoltre non c'erano nei dintorni civiltà in grado di distruggere gli insediamenti della valle del Supe. Qualcosa però si nota, spiega Mike Moseley, un archeologo dell'Università della Florida: il periodo dell'abbandono è contrassegnato da una serie di frane e da livelli di silt che testimoniano una o più grandi inondazioni.
Per Moseley e il suo team la spiegazione migliore di questo fatto è in un forte terremoto, e che questo evento e/o le numerose forti repliche che sono ovviamente seguite, abbiano provocato le frane. Al terremoto è seguito un persistente episodio di “el nino” che ha provocato le alluvioni e trascinato i detriti delle frane, per cui le canalizzazioni sono state distrutte. Secondo questa ipotesi gli abitanti avrebbero abbandonato il sito per cause naturali. Aggiungo la possibilità che le alluvioni siano state effetti collaterali del terremoto: e cioè rl'effetto dei cedimenti di corpi di frana che ostruendo delle valli, sono diventati delle vere e proprie dighe, come è successo nel tragico terremoto cinese del 2008.
Se è stato un terremoto a provocare tutti questi danni, decisamente è stato molto, molto forte. Si può pensare ad un terremoto di thrust, come quello di Sumatra del dicembre 2004: li margine andino dell'America Meridionale è una delle poche aree in cui la situazione tettonica consente questi fenomeni: l'enorme forza di questi eventi è dovuta alla presenza di faglie suborizzontali sulle quali l'attrito della roccia sovrastante è talmente forte che quando viene vinto si sprigiona una energia devastante. Un sisma del genere ha colpito il Cile nel 1962 ed è possibile che anche in Perù siano avvenuti terremoti del genere.

Nessun commento: